Che cos’è un’intimazione di pagamento?

 L’intimazione di pagamento è un sollecito che l’Agenzia delle Entrate – Riscossione (ex Equitalia) invia al contribuente per chiedere il versamento, entro un brevissimo termine (5 giorni), delle somme precedentemente ingiunte mediante la cartella di pagamento, degli avvisi di accertamento o degli avvisi di addebito.

Cosa succede se non si paga nel termine di 5 giorni?

In caso di mancato pagamento nel termine, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione potrà procedere in via esecutiva (pignoramento del conto bancario – pignoramento dello stipendio, ecc..) ovvero in via cautelare (fermo del veicolo – iscrizione di ipoteca).

Ci sono dei rimedi contro un’intimazione di pagamento?

Si, è sempre possibile fare ricorso innanzi al Giudice o alla Commissione tributaria qualora siano presenti dei vizi invalidanti.

Ad esempio?

Oltre al caso di aver già versato le somme intimate o di aver impugnato gli atti precedenti che un giudice ha annullato, ci sono molte ipotesi di illegittimità dell’atto, un esempio potrebbe essere il difetto di motivazione.

Di che si tratta?

L’intimazione di pagamento, come ogni altro atto tributario o della riscossione, deve permettere al contribuente di comprendere immediatamente le ragioni della pretesa e fornirgli ogni informazione in merito all’esercizio del proprio diritto di difesa. Per esempio, pochi giorni fa, la Corte di Cassazione con la sentenza n. 3281 del 2020 ha stabilito che l’intimazione di pagamento deve  indicare a pena di nullità:

a) l’ufficio presso il quale è possibile ottenere informazioni complete in merito all’atto notificato o comunicato e il responsabile del procedimento;

b) l’organo o l’autorità amministrativa presso i quali è possibile promuovere un riesame in sede di autotutela;

c) le modalità, il termine, l’organo giurisdizionale o l’autorità amministrativa cui è possibile ricorrere in caso di atti impugnabili.

Ma c’è di più…

Cioè?

L’atto deve indicare nel dettaglio il computo degli interessi con riferimento al tasso applicato ed al metodo di calcolo adottato, non basta che sia presente un numero verde a cui rivolgersi. Spesso l’intimazione di pagamento non contiene tutto ciò  e quindi potrebbe essere oggetto di annullamento in sede giudiziale.

Oltre al difetto di motivazione ci sono altri vizi?

Si, certo. Un altro vizio che spesso porta all’annullamento dell’intimazione e dell’intero debito è l’omessa notifica degli atti precedenti. Quindi bisogna verificare con attenzione le notifiche delle precedenti cartelle di pagamento o avvisi di accertamento indicati nell’intimazione.

Come bisogna fare in questi casi?

Chiedere all’Agenzia delle Entrate – Riscossione la copia delle relate di notifica di tutti gli atti indicati nell’intimazione e farle visionare da chi conosce a fondo la materia. Un minimo errore commesso nella notifica di un atto tributario  può portare all’annullamento dell’intimazione.

Si possono verificare casi di prescrizione dei tributi?

Si, accade spesso che le somme intimate siano cadute in prescrizione, anche in questo caso bisogna sapere bene i termini di prescrizione.

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Facendo un controllo presso Equitalia mi sono trovata dei debiti con il Fisco di cui non sapevo nulla. Grazie allo Studio Sgrò ho scoperto che molte somme non erano dovute!

Ho rottamato molte cartelle ma dopo un esame più approfondito mi sono accorto che alcune erano già prescritte e altre notificate in modo non corretto. Ho fatto ricorso con lo studio Sgrò.

Non sapevo proprio come fare: avevo una montagna di cartelle esattoriali per multe con il motorino. Per fortuna abbiamo verificato ogni cartella e ci siamo accorti che c’erano molti errori…abbiamo ridotto di tanto il debito e ora sono molto più tranquilla. Grazie avvocato!

Avevo un fermo sulla mia unica macchina. Abbiamo fatto ricorso contro Equitalia e abbiamo ottenuto la cancellazione del fermo e delle cartelle di pagamento.

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